Viktor Orban non si considera un razzista:
durante una visita di lavoro a Vienna, il primo ministro ungherese prova a porre rimedio alla recente frase choc secondo cui il suo Paese “non vuole mescolarsi con altre razze”.
“A volte parlo in modo fuorviante”, dice il premier, che invita con veemenza l’Unione europea a rivedere la sua strategia nel riconsiderare la guerra in Ucraina.
“L’Unione europea non è a Bruxelles – dice Orban – è a Vienna e Budapest, a Varsavia, Berlino e Madrid.
Questa è una questione molto importante: non voglio avere problemi con altri europei o deviare da ciò che dicono, ma voglio contribuire con le nostre opinioni a una decisione europea comune.
C’è un problema di autoriflessione a Bruxelles, sono convinto che senza un’autoriflessione, in questa situazione di guerra molto acuta, non possiamo cambiare strategia”.
Il cancelliere austriaco, Karl Nehammer, sottolinea l’importanza di applicare alla Russia sanzioni in modo più specifico, come ad esempio per i componenti elettronici, e smussa gli angoli parlando di lotta alla migrazione irregolare.
“Affronteremo grandi sfide insieme – dice – e le supereremo con determinazione, chiarezza e onestà”.
Il capo del governo di Vienna esprime infine chiare critiche a Bruxelles sui piani energetici.
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