Volodymyr Zelensky: «Olena è la donna che amo, ma è anche la mia più grande amica». Intervista esclusiva alla first lady e al Presidente dell’Ucraina (vogue.it)

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Olena Zelenska: «Ad un certo punto abbiamo capito 
che questa guerra era finalizzata a sterminarci. 

Persino fare la spesa è diventato un sogno irrealizzabile. Ma non abbiamo dubbi sul fatto che prevarremo.» La first lady dell’Ucraina insieme al marito si raccontano a Vogue in questa intervista a cuore aperto

Non esiste un manuale di istruzioni per le first lady in tempo di guerra, e così Olena Zelenska sta scrivendo il suo. La moglie del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, che è stata a lungo autrice di sketch televisivi, ha sempre preferito rimanere dietro le quinte, mentre il marito, un attore comico diventato uomo politico, il cui mandato presidenziale potrebbe ancora decidere il destino del mondo libero, brillava sotto i riflettori.

Ma da quando, lo scorso 24 febbraio, la Russia ha invaso l’Ucraina, Zelenska si è ritrovata improvvisamente al centro di una tragedia. Quando l’ho incontrata, di recente, in un piovoso pomeriggio a Kiev, dove i caffè erano affollati nonostante le frequenti sirene antiaeree, il suo viso luminoso e i suoi occhi verde-marrone sembravano riflettere la gamma di emozioni che in questo momento attraversa l’Ucraina: profonda tristezza, sprazzi di umorismo nero, ricordi di un passato più sicuro e felice e, al centro di tutto, un incrollabile orgoglio nazionale.

«Questi sono stati i mesi più terribili della mia vita e di quella di tutti gli ucraini», mi ha detto nella lingua del suo Paese, servendosi di un traduttore. «Francamente, non credo sia possibile capire come ce la siamo cavata dal punto di vista emotivo».

A ispirarla, ha sottolineato, sono i suoi compatrioti. «Non vediamo l’ora di vincere. Non abbiamo dubbi sul fatto che prevarremo. Ed è questo che ci aiuta ad andare avanti».

Ho incontrato Zelenska – i cognomi hanno un genere nelle lingue slave – all’interno del complesso che ospita gli uffici presidenziali, un luogo rigorosamente sorvegliato, per raggiungere il quale ho dovuto fare un lungo viaggio.

Con lo spazio aereo ucraino chiuso ai voli civili, è stato necessario prendere un treno notturno dalla Polonia, attraversando paesaggi che hanno visto alcuni dei peggiori orrori del XX secolo. Una volta all’interno del complesso, ho superato diversi posti di blocco e un labirinto di corridoi oscurati, fiancheggiati da sacchi di sabbia e pullulanti di soldati.

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(«Durante le prime settimane successive allo scoppio del conflitto eravamo scioccati», ha raccontato Zelenska. «Dopo Bucha, abbiamo capito che era una guerra destinata a sterminarci tutti. Una guerra di sterminio».)

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